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Il nuovo museo di Stettino, in Polonia, sorge su di un lotto un tempo sede di un isolato urbano che, in seguito ai tragici bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, venne raso al suolo e quindi riconvertito a piazza verdeggiante. Situato di fronte alla Filarmonica disegnata da Barozzi e Veiga, il progetto di Robert Konieczny afferra le potenzialità di quell’immagine iconica e, riducendo al minimo il volume fuori terra, conferma la spigolosa Sala da Concerti come simbolo riconosciuto della città. L’idea che muove il progetto nasce dalla volontà di confermare la piazza come spazio pubblico imprescindibile, ma al contempo di conservare la memoria dell’isolato che fu. L’esito è una piastra che si eleva morbidamente in corrispondenza di due dei quattro spigoli del vuoto urbano, marcando così i limiti dell’isolato demolito e mantenendo una continuità di quota solo lungo la diagonale che attraversa la piazza stessa e dalla chiesa conduce verso la Filarmonica. La continuità del materiale e il raccordo di quote mediante lievi piani inclinati radicano ancor di più l’intervento al suo contesto urbano. Gli spazi funzionali al museo dedicato alla storia più recente di Stettino sono localizzati interamente al di sotto della piazza e vengono resi accessibili da un taglio netto che ne marca l’ingresso. Partendo dal recupero di una memoria cittadina sul punto di estinguersi l’operazione è stata capace di restituire alla città uno spazio pubblico di assoluta qualità. Il movimento altimetrico della piazza, oltre a proteggerla dalla trafficata strada che la lambisce, ne incoraggia la fruizione e consente usi differenziati: pista da skate o pattini, luogo in cui radunare la comunità per proiezioni pubbliche o cerimonie.

Foto di: Juliusz Sokolowski

Questo articolo fa parte della rubrica metroquadro, la rubrica di Constraint dedicata all’architettura!